La gestione del carcinoma uretrale è diversa per il tumore uretrale primario e il tumore uretrale secondario ad un altro tumore delle vie urinarie. Il trattamento inoltre cambia in funzione del sesso del paziente (maschio vs. femmina).
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Tumore uretrale primario
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Trattamento del carcinoma uretrale primario e localizzato nei maschi (T≤2N0M0)
Si consiglia l’asportazione radicale del tratto distale dell’uretra con preservazione dei corpi cavernosi (pene). La preservazione del pene può essere eseguita solo se possono essere garantiti margini chirurgici negativi. La linfoadenectomia iliaca/inguinale dovrebbe essere offerta in caso di sospetto clinico di coinvolgimento linfonodale. L'intervento viene eseguito in anestesia spinale o generale e richiede un'incisione perineale. L'uretra viene isolata circonferenzialmente dai due corpi cavernosi.
La dissezione viene condotta prossimalmente fino alla giunzione uretrale membranoso-prostatica e distalmente fino al meato uretrale esterno. Per disconnettere la fossa navicularis (ultimo tratto distale dell’uretra), viene praticata un'incisione circolare sul glande, intorno al meato uretrale esterno, e approfondita per incontrare la dissezione prossimale.
Trattamento del carcinoma uretrale primario e localizzato nelle femmine (T≤2N0M0)
Si consiglia l'uretrectomia radicale con asportazione di tutto il tessuto periuretrale. Viene anche rimosso un cilindro di tessuto molle adiacente fino ad arrivare alla sinfisi pubica e al collo vescicale. In casi selezionati, la chirurgia può essere meno demolitiva asportando solo il tessuto francamente tumorale e risparmiando il resto di uretra sana, ma deve essere associata a radioterapia locale. Quest’ultima opzione è però associata ad un rischio più elevato di recidiva locale.
Trattamento del carcinoma uretrale localmente avanzato in entrambi i sessi (T3-4N0-2M0)
Questi pazienti dovrebbero essere gestiti con un approccio multi-specialistico che preveda la collaborazione di urologi, oncologi e radioterapisti. È improbabile che la sola chirurgia risolva il problema a lungo termine e prevenga le recidive. Pertanto, la chemioterapia deve essere somministrata prima dell'intervento chirurgico. Nel carcinoma a cellule squamose, la radioterapia con chemioterapia radiosensibilizzante rappresenta la migliore soluzione con tassi di sopravvivenza incoraggianti. La chirurgia dovrebbe essere considerata solo in caso di recidiva locale.
Trattamento del carcinoma uroteliale della prostata (Ta, Tis, T1)
La chirurgia più l'instillazione periodica di bacillo-Calmette Guérin (BCG) rappresenta la migliore opzione di trattamento. Il paziente viene sottoposto a resezione transuretrale (TUR) per rimuovere tutte le aree tumorali visibili. Successivamente, si consiglia un trattamento prolungato con instillazione di BCG (2 anni di solito) per ridurre il rischio di recidiva. Nei pazienti che non rispondono al BCG, o nei pazienti con esteso coinvolgimento duttale o stromale, la cistoprostatectomia con linfoadenectomia pelvica estesa rappresenta la migliore opzione di trattamento.
Carcinoma uretrale secondario
Il trattamento del carcinoma uretrale secondario è in gran parte correlato al trattamento del tumore primario. Generalmente, quando viene diagnosticata una recidiva uretrale isolata dopo cistoprostatectomia radicale, può essere raccomandata l'uretrectomia radicale con o senza chemioterapia. In caso di tumore uretrale secondario, la valutazione multispecialistica è fondamentale, e il trattamento va personalizzato in funzione delle caratteristiche del tumore e del paziente.