Qualsiasi paziente adulto con ipospadia primaria o fallita viene attentamente esaminato per valutare la gravità della condizione ed identificare eventuali malformazioni associate. In primo luogo, il sito dell'apertura uretrale dovrebbe essere chiaramente identificato, così come la presenza di aperture anomali (fistole), che sono comuni dopo un precedente intervento chirurgico fallito.
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L'uretrografia è molto utile per valutare l'uretra prossimale (ovvero il tratto di uretra più vicino alla vescica). Quest’ultima potrebbe essere altrettanto compromessa o stenotica e quindi necessitare di un adeguato trattamento. L'iniezione di un colorante (blu di metilene) nel meato uretrale esterno facilita l'identificazione di fistole o comunicazioni tra l’uretra e l’esterno.
La curvatura del pene dovrebbe essere quantificata prima dell'intervento chirurgico. I pazienti possono inviare immagini del pene in piena erezione per consentire la corretta valutazione della curvatura, della sua gravità e della direzione (ventrale, dorsale, laterale o mista).
La pelle del pene dovrebbe essere attentamente esaminata prima di pianificare l'intervento chirurgico; infatti i pazienti con ipospadia presentano frequentemente un deficit di pelle sulla superficie ventrale del pene . Altre volte, la pelle che normalmente ricopre i testicoli (scroto) si presenta posteriormente all’asta peniena (trasposizione peno-scrotale).
L'esame si completa con la palpazione dei testicoli e la valutazione dell'ipertrofia del grasso soprapubico. In questa fase dovrebbe essere esclusa la presenza di altre malattie dermatologiche, come il lichen sclerosus.
Se il paziente è già stato operato di ipospadia, è meglio cercare le cartelle precedenti e, se possibile, portare a mano le note operatorie al primo appuntamento con il chirurgo incaricato di operare. È infatti molto utile sapere se, in un precedente intervento, sia stata utilizzata la mucosa buccale o la pelle del pene per ricostruire l’uretra.